Viviamo in un tempo di stagnazione esistenziale. Laddove il futuro appariva luminoso ai nostri genitori, a noi e ancor più ai nostri figli si staglia su uno sfondo di desolazione, incertezza, paura. Finanche le relazioni intime ne risentono e si sbriciolano, é frequente che ci si trovi in un momento di stasi o di smottamento e si provi il desiderio di una vita piena, di un nuovo inizio. Ecco allora che le pratiche dialogiche, e in particolare l'approccio "Second Life" di Marianna Jajac, ci offrono la possibilità di riconfigurare la nostra vita a partire da noi stessi e dalle nostre relazioni, percorrendo una sorta di U che ci permette di riconoscere e abbandonare gli schemi disfunzionali del passato, scendere a esplorare le nostre potenzialità inespresse, lasciare andare i detriti del posto in cui ci eravamo incagliati, i nostri "punti ciechi", per poi risalire connettendoci alla sorgente del nuovo che più emergere, conferendo un significato pregnante alle nostre vite.