«Considero questo catalogo una vanità, spero perdonabile: se non altro perché si riferisce ad una parte quantitativamente modesta anche se importante della mia attività progettuale. Un Diario minimo. Ho preferito tale esiguità e quella dei pochi dati annessi non volendo produrre una raccolta di opere sotto il profilo tecnico ma solo accennare ad alcune cui mi lega il ricordo di maggiore impegno e di particolare clima. Una consistente parte di materiale è andata perduta nell'alluvione del '66 fra cui gli elaborati degli esecutivi delle strutture del Teatro Comunale e di tanti ponti e ponticelli distrutti dagli eventi bellici e riprogettati e costruiti negli anni '50. Di uno di questi ponticelli mi è rimasto qualcosa e lo voglio citare all'inizio di questa breve rassegna perché rappresenta il primo ponte da me studiato, perché legato alla Storia di Firenze, perché, per me, reso importante dal fatto di essere in Toscana, terra amatissima. Questo mi riconduce a Michelucci - nel cui studio mossi i primi passi - e a quello che mi sussurrava in certi colloqui avuti con lui ultranovantenne e che mi richiamano i suoi 'pensieri fiabe sogni': qui in Toscana mi basta un pezzo di bosco o di una casettina nella campagna per cogliere tutto quello che posso cogliere di sostanza formativa...» (Carlo Damerini). Il volume contiene un intervento critico di Francesco Gurrieri.