Il libro raduna una selezione di testi scritti fra il 1959 e il 2000 dal poeta, anglista e traduttore Roberto Sanesi, come testimonianza di un'attenzione costante verso l'arte italiana del suo tempo. La sua è un'autentica voce fuori dal coro. Trova qui origine quella sinergia fra parola e immagine che sarà costante del Sanesi critico quanto del Sanesi poeta. Questi scritti, infatti, vanno visti come lo sfondo su cui prendono vita le grandi antologie della poesia inglese e americana da lui curate, le traduzioni di Thomas Eliot, e soprattutto i saggi pubblicati in "La valle della visione" sulla cultura figurativa e letteraria dell'Inghilterra moderna. In Sanesi, come in Eliot, il tratto cruciale dell'operare critico poggia su una «interferenza di sensibilità individuale» che pone la «critica in funzione di una creatività poetica». Da qui l'idea che la critica, come l'arte visiva, non sia altro che una «ipotesi» per cercare di spiegare il mondo circostante, e che non fatica, in un giro di frase, a diventare anche una ipotesi «etica».