L'opera cinematografica del cineasta canadese più eversivo e visionario in un libro che ne racconta i motivi e l'estetica, sin dai primi lavori che tra gli anni Sessanta e Settanta sono già espressione delle sue caratteristiche formali e tematiche. In una riflessione sulle gabbie della mente, sulla violenza repressa e le mutazioni dell'identità al cospetto delle tecnologie e dei poteri che abitano il nostro presente, Cronenberg è un indagatore delle pulsioni, un artista della body art attraverso il cinema, un antropologo e un fine psicologo, ma anche un cineasta politico, come conferma anche l'ultima parte della sua ricca filmografia. Un saggio scritto da Roberto Lasagna, Rudy Salvagnini, Massimo Benvegnù e Benedetta Pallavidino. Prefazione di Danilo Arona.