I nomi del conte veronese Agostino Giusti e del figlio Giovan Giacomo sono noti agli studi sul collezionismo a Verona e nel Veneto da almeno quarant'anni. Ciononostante, l'impossibilità di uno studio sistematico dell'archivio familiare non ha consentito agli studiosi fino a oggi di avvicinarsi in maniera approfondita a queste figure né di tracciare un profilo chiaro della loro committenza e della loro propensione al collezionismo. L'occasione fornita dall'"apertura" dei fondi Giusti e Giusti del Giardino conservati presso l'Archivio di Stato di Verona ha permesso agli autori di questo libro di ricostruire con precisione le tappe della creazione e della successiva dispersione delle collezioni di Agostino e Giovan Giacomo Giusti, spesso confuse e denominate "la collezione Giusti", ma invece contraddistinte da fisionomie, finalità e linee di fruizione proprie dei due fautori.