Versato tanto nelle arti liberali quanto in quelle meccaniche, Baruch Spinoza non fu soltanto filosofo. Molatore di lenti, probabilmente attore di teatro e disegnatore, frequentò la scuola e la bottega antiquaria di Franciscus van den Enden e fu vicino alla società delle arti Nil volentibus arduum. Ad Amsterdam risiedeva non lontano da Rembrandt e Potter e poi si giovò della compagnia di pittori e decoratori presso cui affittava una stanza. Dal cuore del secolo d'oro olandese, la sua filosofia ha spesso ispirato poeti e scrittori, drammaturghi e artisti. Come spiegare uno sguardo non necessariamente filosofico su una filosofia che non presenta un pensiero propriamente articolato sulle arti? Come spiegare che siano state spesso frequentate le vie dell'interpretazione estetica per cercare di penetrare una filosofia che ne è sprovvista? Questo libro esplora da un punto di vista storiografico, storico e filosofico gli aspetti meno noti della biografia, dell'entourage e del pensiero di Spinoza relativamente alle arti. Da esso emerge che lo spinozismo contiene quanto necessario per alimentare una profonda riflessione sulla natura delle arti e sui loro usi all'interno di un progetto etico concepito come arte di vivere.