Durante il ventennio fascista il mito di Roma antica rappresentò uno degli aspetti più pervasivi dell'ideologia e della propaganda del regime: i richiami alla romanità furono onnipresenti, e costituirono un motore mitopoietico di inesauribile potenza. Dopo una svolta storiografica che, a partire soprattutto dagli anni Novanta del XX secolo, ha attribuito una legittima rilevanza a un tema non più eludibile nella ricostruzione delle dinamiche politiche e culturali del fascismo, in questo libro si raccolgono gli esiti di una riflessione collettiva che ha coinvolto storici contemporaneisti e antichisti, archeologi, storici dell'arte e dell'architettura. Ne emerge una nuova articolazione del rapporto tra una pluralità di miti di Roma e il progetto totalitario di costruzione della nuova Italia fascista.