In una calda serata dell'agosto 2000 ai tavolini del bar "Impero" alla Badia si parla di Michelangelo e delle voci che lo vogliono nato in Casentino. Andrea Manetti, colpito dalla possibilità che il Genio non sia effettivamente nato a Caprese, decide di verificare. I primi riscontri sul territorio, negli archivi e nelle biblioteche, danno spazio al dubbio. A Firenze, d'altra parte, esiste un "documento scritto del padre di Michelangelo", come lo definisce il Mercanti, che ha sempre suffragato l'assegnazione a Caprese dei natali di Michelangelo. Ma la svolta giunge con gli autori francescani, che forniranno prove a stampa in favore del Casentino.