"'Io disegno e quando riesco a fare i disegni che piacciono a me, sono sicuro, senza ombra di dubbio, che il risultato finale sarà di ottimo livello. Non sempre, però, ci è concesso di fare solo ciò che vorremmo. Ci sono anche quelli che io chiamo i disegni alimentari, cioè quelli che servono per vivere, per fare la spesa, riempire il frigorifero e sostenere la vita di tutti i giorni'. Oggi che il Toppi può essere solo raccontato, il mio obiettivo non è quello di scriverne dal punto di vista professionale o di esaminare in profondità il suo lavoro e le sue opere, ma svelare, per quanto possibile, quello che c'è dietro il palcoscenico della fama: l'individuo, con le sue riconosciute virtù e i suoi eventuali difetti. Voglio proporre un tassello complementare a quanto è stato già scritto, un anello di congiunzione fra l'artista e la vita, che permetta di conoscere meglio questo personaggio così determinante per la storia della nona arte."