Dopo le celebrazioni per il centenario della nascita e il successo di "100 anni con Jacovitti", il nostro viaggio alla riscoperta del più grande fumettista italiano prosegue con un vero e proprio gioiello: per la prima volta vengono pubblicate in volume le ottanta magnifiche illustrazioni che il creatore di Cocco Bill realizzò a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta per commentare a modo suo alcune delle mirabolanti avventure del Barone di Münchhausen, dopo averle conosciute, come tutti noi, grazie alla versione che ne aveva dato Rudolph Erich Raspe nel 1785. Raspe, che peraltro aveva curato un'importante edizione delle opere complete di Leibniz, il filosofo celebre per l'affermazione secondo cui il nostro è il migliore dei mondi possibili, capì che le balle di Münchhausen possono essere liberatorie e geniali. E così ne fece un libro di planetario successo, aggiungendo invenzioni sorprendenti e cattivissime a quelle originarie. Con queste si staccava dalla realtà, volando altrove come faceva il Barone con la palla da cannone. E Jacovitti che c'entra in tutto questo? C'entra molto, perché fin da piccolo aveva bisogno di aumentare la potenza del suo mondo interiore, il suo mondo d'autore. Jac non era affatto d'accordo con Leibniz, anzi aveva la certezza che gli fosse necessaria la creazione di un'altra realtà (quella che poi raccontava nei suoi fumetti) per poter vivere serenamente il suo destino di artista. Il Barone di Münchhausen gli è stato un ottimo alleato.