Marco Furia, la cui esperienza poetica deriva dall'avanguardia storica di "Tam-Tam" e di Adriano Spatola, scrive, da decenni, una prosa originale e minuziosa che narra gesti minimali in un linguaggio impersonale, così reale da apparire astratto. Con "Iconiche proposte" assistiamo a un evidente cambio di rotta. Il poeta rinuncia alla parola e inventa un libro di disegni astratti e silenziosi, ricchi di colori e di geometrie, iconici. Lo sguardo dell'artista, coerente a se stesso, delinea un nuovo orizzonte degli eventi. Ritrova nei segni l'ironica magia delle parole, ma da un versante diverso: come sempre non esiste un significato esatto, che orienti o che consoli, se non il gesto con cui "dire" la propria posizione nel mondo: in quel gesto, oggi affidato a segni e forme, è racchiusa la possibile felicità, e la sommessa utopia, dell'arte.