Il corpo umano è un territorio inconoscibile. Possiamo smontarlo, sezionarlo, studiarlo in ogni minimo dettaglio, rovistare fra le sue interiora, e il suo segreto continuerà a sfuggirci. Ci guardiamo le mani. Passiamo la lingua sull'arco dei denti. Ci tocchiamo i capelli. Siamo davvero noi, questo? Il corpo è fluido, si trova costantemente "al di là" di come appare (trans-forma), pronto a fondersi con altre entità, a mutarsi in qualcos'altro. In virtù della confusione tra organico e meccanico, biologia e tecnologia, sta abbandonando la sua materialità per rimescolarsi nelle infinite proiezioni e ramificazioni della Rete, è ormai sinapsi esso stesso dell'immensa massa cerebrale che si espande sulla superficie dell'intero pianeta. Ha ancora senso dunque parlare di confini dell'umano, cercare di domare una carne delirante? Ironicamente definite "anatomiche", le tavole di Claudio Romo suggellano di fatto la morte dell'anatomia. Di fronte all'esplosione della humani corporis fabrica, un riluttante e rassegnato Vesalio posa il bisturi per sempre. Mentre il pensiero si proietta al di fuori dei limiti fisici, ecco che la carne, non più sorvegliata, può infine diventare surreale, cominciare a sognare furiosamente. Eseguite con inchiostro nero a disegnare reticolati che evocano una dimensione digitale, queste illustrazioni suggeriscono l'idea che il sogno possa essere un incubo, risolversi in un'apocalisse in cui il virtuale diviene reale facendo saltare tutti i confini che in fondo ci rassicurano. Ma sta a noi accogliere o meno la più epocale metamorfosi che la nostra specie abbia mai conosciuto. Rimarremo terrorizzati di fronte all'idea di perdere i nostri vecchi contorni su cui ritenevamo di fondare la nostra identità? Oppure li faremo divampare abbandonandoci all'estasi, alla trasfigurazione? Fantascientifico, filosofico e spirituale al tempo stesso, questo volume impreziosito dal testo introduttivo a firma di Ivan Cenzi di #BizzarroBazar ci obbliga a un confronto serrato con noi stessi mentre ci ammalia e ci inquieta con la potenza della sua visione.