Ripensandoci, della mia vita, potrei dire: io c'ero. Magari qualche volta dormivo, ma c'ero. C'ero durante i movimenti studenteschi del '68, c'ero, piccola disegnatrice-factotum, persino nella Maison Valentino. C'ero durante la Swinging London, c'ero in India quando ci si andava per strafarsi, o, come nel mio caso, per scoprire sé stessi, c'ero nella Roma alternativa delle Estati Romane, c'ero con gli amici LGBTQ, quando l'acronimo non esisteva, c'ero a raccontare, da giornalista, la Milano da Bere, c'ero a cercare la casa della pensione in paradisi tropicali, c'ero quando faceva sano ritirarsi in campagna. Il lavoro mi ha fatto girare il mondo, il mestiere a osservarlo e a raccontarlo, il carattere a farlo in modo scanzonato e appassionato.