Il monastero di Sant'Angelo al Raparo resta l'unico grande edificio della Basilicata appartenente alla tradizione monastica italo greca del quale sono superstiti parti molto ampie: la chiesa, il campanile, parte dell'edificio monastico di sec. XVI-XVIII, ruderi del monastero medievale, resti del luogo di culto ipogeo ed alcune superfici affrescate. La prima parte del libro è dedicata ai seguenti testi (italiano e inglese) dell'architetto Luigi Bubbico: il monachesimo italogreco in Basilicata; il complesso monastico; S. Vitale da Castronuovo e la fondazione del monastero; il sacello micaelico altomedievale in grotta; il monastero altomedioevale; il monastero tra i secoli XI e XII; il monastero tra i secoli XII e XIII; la latinizzazione della comunità; la commenda; gli affreschi; il restauro; la grotta; allestimenti e musealizzazione. La seconda parte del libro è la narrazione fotografica realizzata da Peter Strebel all'interno della cavità carsica in cui sono presenti spettacolari formazioni di stalattiti e stalagmiti in continuo sviluppo a causa del continuo pencolamento di acqua dalle volte calcaree: la Grotta di Sant'Angelo al Monte Raparo.