Tanti ponti, un ponte solo. Dal 1388, anno in cui viene testimoniata per la prima volta la presenza di un ponte sul Piave a Belluno, il "Ponte delle Disgrazie" cade ben 28 volte, abbattuto da piene, da guerre, da crolli in corso d'opera. Con morti e feriti. E viene sempre rifatto nella stessa infausta sezione di fiume: in legno, in pietra, in ferro, in cemento armato. Una storia infinita, che si accompagna anche a un'altra disgrazia, il dissesto finanziario del comune provocato dall'ingente spesa sopportata a metà Ottocento per il primo solidissimo ponte di pietra, che puntualmente cade dieci anni dopo. Nella questione intervengono nei secoli celebri architetti, come Antonio da Ponte e Andrea Palladio. Da ultimo, Eugenio Miozzi, progettista dell'ultimo ponte, quello della Vittoria, tuttora esistente anche se assai malandato, inaugurato nel 1926. Ma davvero è solo tutto merito suo? Questo libro racconta le vicende degli ultimi due secoli, ricostruendo inediti e clamorosi retroscena tecnici, politici e amministrativi.