Il volume ripercorre i momenti fondamentali della vicenda umana e professionale di Giancarlo De Carlo, figura non convenzionale di cui si mette in evidenza il peculiare contributo dato allo sviluppo delle discipline progettuali nel secondo dopoguerra. Ne emerge il profilo di un architetto scomodo che ha cercato di ridisegnare la professione, tra architettura e urbanistica, sottraendola all'aleatorietà dei processi artistici e riportandola alla sua dimensione politica. Fortemente connesso ai sommovimenti politico-sociali e alla rivoluzione culturale delle società occidentali degli anni Sessanta-Settanta (anticipata con le sue idee), nei decenni Ottanta-Novanta il pensiero di De Carlo ha dovuto misurarsi con l'involuzione reazionaria della società, tra "riflusso" e "disimpegno" politico, per trovare altre direzioni di sviluppo. Un percorso intellettuale che deve essere inquadrato nella cornice di una vasta rete di contatti internazionali.