"L'architettura è uno spazio esperienziale, e dovrebbe essere un'esperienza dinamica. Tutto questo è suggerito poeticamente negli studi di Renato Bocchi qui pubblicati. Il primo tema di riflessione è il vuoto, la considerazione del cavo, del non detto, nello spazio dell'architettura; il secondo tema è quello della luce. Lo spazio (e il vuoto) e la luce (e le ombre) sono due mezzi astratti e sfuggenti, ma che influenzano la nostra vita. Nell'ultimo testo l'autore accosta linguaggio e paesaggio, facendoli funzionare come orazioni grammaticali, per regalarci un'immagine. Se il tipo di sintassi in natura è come un lampo, che si sviluppa tra il cielo e la terra, qui l'autore raggiunge una inedita e suggestiva traslazione di forze per farci intendere l'architettura. La cosa che più colpisce è la composizione di questi saggi in capitoli riassunti in brevi haiku. Non sono tanto digressioni analitico-critiche o storico-artistiche ma presentazioni, accompagnate da un prezioso materiale documentario, che tendono più a suggerire che ad asserire". (dalla prefazione di Kosme de Barañano)