Sono passati trent'anni dalla pubblicazione dell'"Autobiografia scientifica" di Aldo Rossi, l'opera in cui l'architetto milanese racconta la propria architettura e la propria arte. Unendo poetica e storia personale evoca, in "discreto disordine", memorie, luoghi e cose abbandonate, frammenti di oggetti, forme, luci, gesti, sguardi, autori amati per ripercorrere i riferimenti e le origini del proprio lavoro. Oggi, con intelligenza critica, Giovanni Poletti indaga in profondità la scrittura di questo testo e il progetto di architettura che ne emerge, restituendo la vicenda artistica di un maestro capace di esprimere il "moderno" mantenendo saldi i legami con la tradizione, reinterpretata e trasformata.