Transizione, emergenza e incertezza sono divenute, in anni recenti, le parole-chiave di un dibattito che quotidianamente, attraverso i media e i "fatti" che la realtà propone, ci racconta delle molteplici e interconnesse crisi (ecologica, politica, sociale) proprie dei nostri tempi e dello squilibrio, divenuto cronico in epoca antropocenica, tra l'uomo e il suo ambiente. Una emergente cultura della circolarità annuncia l'urgenza di un riallineamento tra i cicli tecnologici attraverso cui l'uomo trasforma la materia di cui è fatto l'ambiente, "piegandola" alle proprie necessità, e quelli biologici, propri della natura. Le tecnologie digitali, nelle loro forme più avanzate (l'Intelligenza Artificiale su tutte), rappresentano il nuovo contesto tecnologico in cui questa sfida può essere affrontata. All'interno di ambienti digitali complessi e in costante evoluzione è possibile, oggi, produrre artefatti basati su una fluida integrazione tra progetto, informazioni, prestazioni e configurazioni che include riferimenti generativi, e non solo mimetici, alla natura. I concetti di morfogenesi, computazione evolutiva e discretizzazione costituiscono promettenti riferimenti per la definizione di una cultura tecnologica orientata allo studio dei rapporti tra modelli naturali e nuovi approcci tettonici all'architettura. Attraverso quattro saggi simmetrici, gli autori sviluppano una riflessione critica su questi temi, mettendo in relazione i concetti di "progetto ecologico" e "tettonica" con una nuova idea di "materialità". Essi individuano in tale relazione un "argomento fondativo" per una nuova Cultura Tecnologica del Progetto nell'era digitale.