Fin dalla giovinezza Bruno Zevi ha mostrato particolare attenzione alla periferia e all'esperienza totale del suo attraversamento. Tali pratiche gli hanno rivelato la diversità dello spazio periferico, il superamento della forma chiusa della città storica e la rottura dell'ordine geometrico ottocentesco. La periferia, all'epoca di Zevi, era in formazione, senza un ordine e forse proprio per questo aperta a soluzioni nuove, era uno spazio libero, senza gerarchie, in attesa di trasformarsi in città moderna. La forma di questo spazio futuro diventò parte imprescindibile della sua ricerca filosofica e architettonica.