Esiste un edificio nella provincia meridionale senese, più che un'architettura un piccolo borgo, adagiato sui colli tra la val d'Asso, la val d'Orcia e le Crete ormai da più di sette secoli: la Grancia di Montisi. Il suo nome è legato al grande Ospedale di Santa Maria della Scala di Siena, che su queste strutture erette per conservare e difendere i prodotti della terra basò la propria ricchezza e influenza per centinaia di anni. In origine fortilitium della consorteria dei Cacciaconti (XIII sec.), è riapparso nelle pergamene citato come chasamentum di Bindo Petroni (XIV sec.), primo notaio del papa. La grancia montisana in quegli anni prese a configurarsi come quella "bella fortezza di palazzo" che, dotatasi di lì a poco di una superba torre 'coronata' direttamente ispirata al Mangia senese (oggi non più presente perché minata nel giugno 1944 dalle truppe tedesche in ritirata) proiettò sino agli estremi confini del contado l'eco degli ultimi quanto straordinari decenni del governo dei Nove.