Ricordi dell'Athos e Il Partenone (1914), qui presentati per la prima volta nella versione originaria tratta dai manoscritti autografi conservati a La Chaux-de-Fonds, sono stati pubblicati soltanto nel 1966 nel Voyage d'Orient, insieme ai capitoli di un diario compilato nel 1911 durante un viaggio nei Balcani, in Grecia e in Italia. I due testi, tuttavia, sono dotati di una loro autonomia. Il tono del reportage giornalistico con notazioni sulla quotidianità e sulle usanze dei luoghi, diffuso negli altri capitoli del diario, lascia il posto a un periodare in cui predomina la componente visionaria, ispirata da memorie pittoriche, testi letterari, schizzi personali, fotografie. Da queste fonti silenziose scaturisce la parola del racconto: un immaginario, pittorico e letterario, che lascia tracce indelebili nella ricerca di Le Corbusier, spingendolo a riflettere sul significato della creazione artistica e del fare architettura.