Ugo La Pietra, artista, designer e architetto, dagli anni '60 indaga il senso dell'abitare nello spazio, privato e pubblico. Tra marzo e maggio 2020 ha scritto storie in tempo di virus, racconti talvolta abbinati a uno schizzo o a un disegno. Riflessioni, ora raccolte in questo libro, sulla perduta abitudine di stare a casa, sulla pratica dell'arredamento, sulla riappropriazione della città e dello spazio domestico, consigli per una nuova prossemica, racconti di giornate scandite dalle azioni che accadono nelle case intraviste fuori dalla finestra. "Dopo un po' l'idea di uscire diventa ossessiva. Ed ecco che molti prigionieri in casa cercano una via di uscita: la finestra, ma soprattutto il balcone - scrive La Pietra. - Il balcone, quel luogo proiettato nello spazio urbano, all'esterno, che in questi ultimi decenni si era riempito di mobiletti porta scope, bidoncini della spazzatura, condizionatori d'aria... Il balcone, quello strumento abitativo che riusciva a rappresentare, nelle mie opere degli anni Settanta, il modo di rompere la barriera tra spazio interno e spazio esterno, oggi è diventato uno degli spazi domestici più utili per superare la forzata claustrofobia domestica".