Di piuma e di pietra si interroga sulla differenza tra monumento e memoriale e più in particolare come l'architettura e il progetto dello spazio possano contribuire alla costruzione e alla percezione della memoria. Il problema di dare "forma all'eterno" rappresenta un compito complesso e inesauribile che chiede al progettista lo sforzo di immaginare il contenuto simbolico e lo spazio tangibile dove i significati metafisici possano essere veicolati attraverso l'esperienza della forma costruita. Il testo si concentra sul memoriale come spazio architettonico restringendo la ricerca alla disciplina della composizione architettonica e identificando nell'opera di Bogdan Bogdanovic (1922-2010) l'esempio più significativo del secondo dopoguerra europeo. Eludendo il facile ricorso al gigantismo delle forme o alla rivisitazione formale di stili storici, l'architetto belgradese reinterpreta l'architettura funeraria antica affiancando lo spazio memoriale al problema della monumentalità. L'argomentazione del libro dal piano simbolico si sposta alla concretezza del manufatto. Combinando materiali d'archivio, la traduzione di testi dal serbo-croato - fino ad ora inediti in italiano - e l'esperienza diretta -, il libro identifica alcuni temi validi e ancora spendibili per la progettazione di uno spazio della memoria.