Il fare architettura, come il fare poesia, è prima di tutto attività dello spirito, e perciò ineluttabilmente connaturata al sogno. Sognare l'architettura è una raccolta di riflessioni e pensieri, scritti in tempi diversi e che possono essere letti senza un ordine prestabilito, «ad apertura di pagina», come brevi ma densi spunti di meditazione per coloro che amano interrogarsi attorno all'architettura e all'arte del costruire. Riflessioni e pensieri che trattano di costruzioni fisiche e di costruzioni spirituali, delle vene azzurrine dei vecchi architetti e delle pietre del duomo di Orvieto, dell'infanzia di Marcel Proust e dell'orologio del Bianconiglio, del genius loci e dei cappotti in polistirolo, di Nietzsche e della tromba di Chet Baker, degli antichi materiali da costruzione e delle case dei poeti.