Il Teatro Popolare Italiano di Vittorio Gassman rappresenta, alla fine degli anni Cinquanta, un esempio di sperimentazione globale che include non solo aspetti culturali e sociali, ma anche architettonici. L'innovativa struttura smontabile e itinerante è il frutto di conoscenze e competenze eterogenee messe a sistema attraverso un lavoro corale e sinergico. L'architetto De Felice assieme agli ingegneri Giangreco e Giordano fanno convergere i loro saperi per la realizzazione di un'opera originale e iconica, rispondente agli ambiziosi obiettivi del 'mattatore'. Un'esperienza di cui si è parlato ancora poco ma sicuramente meritevole di ricerche più approfondite. Il TPI viene qui analizzato da diverse angolature - storica, architettonica e strutturale - e contestualizzato all'interno degli studi sull'architettura della mobilità, tema centrale in quel periodo.