Il Duomo di Como è un edificio attorno al quale gira la vita della città: una struttura ricca di suggestioni, di personaggi, di storie e di geometrie da leggere. Architettura, storia, decorazione, arte, teologia attraggono per il loro valore estetico e formale e per la loro valenza simbolica. Al momento della sua fondazione quasi ai margini dell'abitato, dopo oltre seicento anni, oggi, nel cuore di Como: il Duomo è il centro fisico e simbolico della città, somma al tempo stesso della storia religiosa, di quella civile e di quella artistica. Ancor prima che venisse costruita la cupola, l'edificio per la sua scala grandiosa emergeva dal tessuto edilizio circostante, dall'insieme delle case e delle chiese. Con la realizzazione della cupola settecentesca, il Duomo assunse la sua immagine definitiva, e insieme ad esso la città. Da lontano, dalle vie di comunicazione antiche e moderne, dal lago come dalla ferrovia o dalle strade, la mole del Duomo è chiaramente evidente e così è fissata dalle stampe, dai dipinti, dalle fotografie. Poi, nelle vie del centro, il Duomo si offre in tante visuali alternative, in prospettive rasenti la facciata, ridotta a un lieve schermo sovrastato da aeree guglie, oppure in immagini di robuste masse absidali, saldamente impostate a reggere, anche simbolicamente, la grandiosa cupola. Persino la visuale più sfruttata, quella che inquadra la facciata con l'attiguo Broletto dall'angolo opposto della piazza, è un modo forzato di guardare all'edificio: più slanciato che solido, più gotico che rinascimentale, più scolpito che architettato. Il Duomo è tutto questo. È il simbolo che si intuisce da lontano, così come il ricamo che si apprezza solo da vicino; l'esterno che vive tra la folla come l'interno in cui luce e ombra si contendono il campo; l'architettura, la pittura e la scultura: la storia di una città.