Il nono numero di «Vesper» è dedicato all'avversario. Avversare è volgersi verso qualcuno o qualcosa contro (in un combattimento, in un gioco, in una discussione, in un processo), ma è anche prendere le distanze da una posizione, da una teoria come da una pratica. L'etimologia dell'avversario implica quindi una logica di fronteggiamento: l'esser rivolto contro dischiude però paradossalmente il legame costitutivo dell'interazione fra antagonisti. Questo «incrocio di sguardi» fa dell'interazione conflittuale un luogo privilegiato di produzione di mascheramenti, mimetizzazioni, ma anche parate, ostentazioni, minacce, intimidazioni. L'avversario prende corpo sia inseguendo accanitamente progetti dell'Eden, sia lasciando prosperare immani miserie, mancanze, accantonandole in un altrove, che poi ritorna. È la misura (avversativa) della difficile ricerca di un equilibrio.