Le costruzioni degradate e confiscate, attraverso la riabilitazione, possono divenire nuove componenti di visioni generose e temerarie, di ecologie eutopiche tali da innescare la ricostruzione di valori condivisi, oltre che di cose, in una sorta di ciclicità simbolica dei processi simile a quella naturale. Con il progetto culturale raccontato nel presente libro, che accompagna la nascita della Casa dell'Architettura nel bene confiscato della Balzana, aspiriamo, oltre alla qualità delle tecniche e delle pratiche professionali dell'architettura, alla rinascita del valore della bellezza, come parte del carattere identitario dei paesaggi, da coltivare insieme ai processi di riqualificazione attuali e a quelli del futuro.