Il volume ricostruisce le vicende storiche, architettoniche e decorative di Palazzo Litta, una delle dimore storicamente e artisticamente più significative di Milano, emblematica di una committenza tesa a manifestare il suo potere e i suoi privilegi anche attraverso un'opportuna pratica residenziale. Un primo capitolo è dedicato al contesto urbanistico dove è sorto il palazzo, in una prospettiva tutta inedita che volge lo sguardo fino alla Milano sforzesca e alla lenta costruzione della proprietà Arese, nella quale sorse la prima fabbrica. Anche i saggi che ripercorrono le varie tappe architettoniche e decorative del palazzo e la ricostruzione della sua immagine interna attraverso l'inventario dei beni ivi custoditi nel 1751 offrono una lettura per molti aspetti nuova, che spesso scardina valutazioni considerate come acquisite e reiterate da una pubblicistica di carattere non sempre filologico. Di Palazzo Litta si è quindi ampiamente aggiornato il corso degli eventi, confortati dalle risultanze raccolte attraverso una costante e tenace ricerca archivistica e dalla coerenza con la storia di chi lo ha abitato e reso magnifico. Ampio spazio è allora riservato agli Arese, ai Visconti Borromeo Arese e poi ai Litta, con i quali la fabbrica arriverà fin quasi alle soglie del XX secolo non venendo mai meno alla secolare vocazione di essere un luogo magnifico, emblematico di lusso, eleganza e splendida accoglienza. Il volume contiene infine un affondo sulla quadreria che rese illustre Palazzo Litta, una realtà costantemente citata nelle antiche guide milanesi e ricordata con ammirazione dai viaggiatori e dagli intenditori d'arte che avevano accesso alle sue splendide sale.