L'interesse della messa in dialogo di due modi d'espressione vicini e diversi, come possono esserlo la letteratura e l'architettura, si rivolge, in primo luogo, alle loro interazioni nel processo di antropizzazione dello spazio civico in Italia. Dal Quattrocento ai giorni nostri, l'insoddisfazione ha spinto artisti, architetti e letterati a descrivere, raccontare, criticare gli spazi reali per immaginarne di nuovi, a volte più vivibili, altre più terribili. Il volume articola questa dialettica tra slancio utopico e minaccia distopica in tre parti: la prima, Architetture utopiche, traccia un percorso che va dalla ricerca rinascimentale di un'architettura al servizio di una società migliore, persino perfetta, alla progettazione di spazi artificiali ad uso privato; la seconda, Architetti e scrittori in dialogo, si apre, invece, allo scambio d'idee e di collaborazione tra scrittori e architetti; l'ultima, infine, Spazi civici nella letteratura moderna e contemporanea, si dedica alla concezione dello spazio civico da parte degli scrittori e alle implicazioni sociali e politiche che esso porta con sé.