Il presente volume è il sesto che compare nella collana del Corpus Epitaphiorum Hebraìcorum Italiae (CEHI) ed è dedicato ai cimiteri ebraici del Friuli ossia a quelli di Cividale, di Calle Agricola a Udine e del settore israelitico del cimitero comunale della città, quello di San Daniele e di San Vito al Tagliamento. Dopo varie prefazioni, una premessa di Pier Cesare Ioly Zorattini e una introduzione di Mauro Perani, lo studio delle stele funerarie è preceduto, per ogni cimitero, da un contributo sulla storia della presenza ebraica in quella località, nel quadro storico degli insediamenti ebraici del Friuli. Giovanni Tomasi si occupa della più antica Comunità ebraica dell'Italia nord orientale, quella di Cividale. Emanuele D'Antonio approfondisce lo studio sugli ebrei udinesi e sui loro cimiteri, mentre Maddalena Del Bianco si focalizza sugli avvicendamenti della famiglia Morpurgo a Udine. Valerio Marchi indaga gli aspetti storici della presenza ebraica a San Daniele, mentre Pier Cesare Ioly Zorattini si occupa delle vicende della presenza ebraica a San Vito al Tagliamento. Nella parte che segue, dedicata agli epitaffi, Antonio Spagnuolo e Mauro Perani pubblicano, con correzioni, revisioni e nuove letture, tutti i 193 epitaffi dei cimiteri menzionati, per la prima volta proposti tutti insieme. Delle epigrafi funerarie friulane si presenta la trascrizione dei testi in italiano e di quelli in ebraico, per i secondi con la relativa traduzione, citazioni e commento. Gli epitaffi costituiscono una importante fonte storica, genealogica e letteraria, oltre a costituire una anagrafe incisa sulla pietra, che spesso è fragile ed erosa al punto da sbriciolarsi. È per questo che questa situazione ci chiede di preservare i testi scolpiti sulle pietre prima che scompaiano per sempre. Dal volume emerge un quadro organico delle lapidi nel contesto dell'ebraismo friulano e degli avvicendamenti storici che hanno portato alla creazione e allo sviluppo delle comunità ebraiche e dei relativi spazi di inumazione. Arricchiscono questo libro un ricco apparato fotografico costituito da un sedicesimo a colori e dalla riproduzione in bianco e nero di tutte le masevot, spesso mostrando la stessa stele sia in fotografie eseguite quarant'anni fa, ben leggibili, sia nella triste situazione attuale, in cui non si legge più nulla. Conclude il volume l'indice dei nomi in italiano e in ebraico, che risulterà certamente utile anche per la ricostruzione delle genealogie famigliari.