Un paesaggio è il frutto dell'incontro tra bellezza ed economia: come tutte, o quasi tutte, le produzioni umane, anche il paesaggio è carico di intenzioni estetiche e come tale può essere letto e interpretato; e allo stesso tempo, poiché mostra su di sé i segni impressi dall'economia, è espressione del modo in cui una comunità governa il proprio territorio per garantirsi la sopravvivenza e, possibilmente, il benessere. Dalla perfetta integrazione di queste due dimensioni, bellezza ed economia, deriva la salute del paesaggio; un'armonia che troppo spesso, in tutto il mondo, manifesta sempre più evidenti segni di crisi. Per recuperare il paesaggio, per salvaguardare i diversi tipi di paesaggio è necessario quindi un progetto che contenga una volontà di bellezza ma che sia anche un progetto economico, non tanto perché lo si debba circostanziare in bilanci e programmi, ma in quanto, per essere credibile, deve possedere la visione di una relazione circolare tra uso, consumo e produzione di risorse che, possibilmente, tenda all'equilibrio. Serve una nuova economia/ecologia, serve che queste due scienze convergano verso un progetto unitario del mondo-casa di tutte le specie viventi. Ciò che occorre è soprattutto un progetto di territorio che non trascuri la conoscenza dei processi che regolano la natura e che guardi al paesaggio oltre la dimensione della città e le relazioni che si svolgono all'interno dell'urbano diffuso.