Il desiderio della città ideale ha attraversato la storia e se ne sono occupati filosofi, artisti, letterati, architetti, politici e scienziati sociali. L'utopia di Tommaso Moro ha segnato il mondo nuovo della modernità che il Rinascimento e le scoperte geografiche sembravano rendere possibile. Nel '700 l'Illuminismo ha offerto al mondo un futuro segnato dalla ragione e dalla scienza di cui la città è considerata simbolo e precipitato. Saranno i filosofi e gli architetti a rendere visibile il sogno della città perfetta che il secolo successivo farà proprio anche grazie ai grandi mutamenti politici che, però, insieme alle speranze alimenteranno anche gli incubi. Le utopie producono la propria negazione con le distopie. A partire dal '900 saranno le scienze sociali a riflettere sulle potenzialità e i limiti del sogno utopico, spesso centrato sulla tecnologia, di una città ideale di un futuro prossimo venturo. A far sognare contribuirà anche il cinema. Il libro conduce per mano il lettore in questa avventura con una grande ricchezza di riferimenti e di testimonianze per portarlo a chiedersi se sia oggi veramente possibile costruire una città in cui valga la pena vivere.