La trasformazione di Torino da Capitale in capitale industriale dava opportunità a giovani idealisti e intraprendenti di dare un contributo alla loro città. Uno di questi era Giuseppe Lavini. Proveniente da una famiglia di seri professionisti, si innamorò dell'arte e dell'architettura a cui si dedicò quale critico d'arte, segretario dell'Accademia Albertina, attivissimo socio del Circolo degli Artisti e Consigliere Comunale. Forte di queste esperienze intraprese dagli spalti dell'"Architettura Italiana", quotidiani e riviste campagne per valorizzare l'architettura italiana e influire sullo sviluppo urbanistico di Torino. Un notabile oggi poco conosciuto, è affascinante per la sua lungimiranza e schiettezza.