Siamo così abituati a giudicare il mondo mediante il concetto di «nome» che non ci rendiamo conto che questo paradigma è in realtà il risultato di un laborioso processo attraverso il quale le aporie con cui i teologi si confrontarono per cercare di risolvere il problema del «nome di Dio» sono le stesse che si cristallizzeranno nella sfera politica. Infatti il «nome» è quel dispositivo che deve mantenere operante la frattura tra ordo rerum e ordo verborum, tra cose e parole. Attraverso un'indagine archeologica che analizza i modi attraverso cui il «nome» ha operato nella descrizione di Dio e delle cose del mondo, la ricerca identifica nel «nome» il fondamento alla base del governo dei viventi senza il quale non sarebbe possibile controllare e dirigere le azioni umane.