Sicuramente si può dire che il mondo aforistico di Buscioni è antropocentrico: a differenza di altri autori, che osservano ad esempio il mondo animale, o vegetale (o ancora esplorano i miti, la storia, i mille rivoli della filosofia...), restituendone l'immagine fedele o magari cercando in essi tracce umane, o ancora cercando lì una bussola per il nostro errare, il nostro autore sostanzialmente non sposta lo sguardo dall'umanità e dalle sue eroiche quanto meschine imprese. Analizza comportamenti che smonta in un giro di frase, esibisce contraddizioni, e non nasconde la sua irritazione che si coagula in aforismi talvolta quasi sprezzanti, eppure sempre venati di entusiasmo. Ma questo, sia chiaro, non impedisce agli aforismi qui raccolti di esplorare un vasto strumentario retorico, né distoglie la riflessione dal restare viva, attenta, curiosa.