Massimiliano Boschini si è seduto in un autogrill, lungo l'autobahn cantata dai Kraftwerk. Ha aperto un quaderno e ha intrapreso un immaginario viaggio fatto di parole in dialetto padano, descrivendo quella TAZ compresa tra Carpi e Berlino in cui vagano i fantasmi di Zavattini, Piubello, Vidoni e Ghizzardi, oltre ai ricordi dell'arte naïf, della patafisica, del P.C.I. e della Germania Est. Dino Fumaretto si è seduto al medesimo tavolo, uscendo per l'occasione dalla cantina dove ultimamente si trova a vivere. Su tovaglioli, scontrini e cartine varie, ha dato vita d'inchiostro e segno ai deliri poetici di Massimiliano. Sullo sfondo, le note dei CCCP, CSI, degli Skiantos e della banda musicale della DDR: morti, tutti morti, come tra Carpi e Berlino, con l'impellente necessità di scriverne e descriverne gli epitaffi, le epigrafi e gli epigrammi.