Quante volte la donna, nella realtà come nella fiction, è oggetto - e non soggetto - dello sguardo? In questi due scritti, Susan Glaspell capovolge la prospettiva e ci mostra donne che, riappropriandosi del "semplice" atto del guardare, definiscono nuove regole e tracciano nuovi confini, complici una cucina e uno schermo cinematografico. Alle soglie della modernità, sospese in un fermo immagine che annulla lo spazio e il tempo, le protagoniste scelgono lo sguardo per sconfiggere l'ingiustizia e la morte. Uno sguardo attento, uno sguardo che scruta, uno sguardo capace di scandagliare ogni minimo dettaglio e di fissare in un istante perpetuo un barlume di felicità.