La scrittrice brasiliana-ebrea-russa, intellettuale sofisticata, viaggiatrice cosmopolita continuamente divisa tra il suo Brasile e l'Europa, tra la sua Rio de Janeiro e New York, ha voluto convertire la sua smagata sapienza di scrittrice nell'apparente paradosso di una disarmante, infantile semplicità. Il volume presenta quindi storie di sogno, segnate da una stagionalità australe, in cui a giugno "si accendono i fuochi" e viene il tempo "di mangiare le patate dolci con un bel caffè bollente", mentre al cielo estivo di gennaio è riservato il compito di popolarsi di miriadi di stelle-bambini. Storie di foreste e di fiumi, di alberi dai frutti succosi, di pantere che salgono in cielo aggrappate a una liana.