I racconti, le interviste e il breve romanzo che Truman Capote ha riunito in questo libro pubblicato per la prima volta nel 1980 sono la conferma definitiva di un poliedrico talento. Il «camaleontismo» del grande scrittore americano, ovvero il suo dono ineguagliato di aderire ai personaggi e agli ambienti più disparati restituendoceli in uno stile raffinatamente mimetico, trova in queste pagine il suo esito più felice. Così, a un ritratto indimenticabile di Marilyn Monroe si affianca l'intervista con un omicida; dalle struggenti rievocazioni dei riti della provincia americana si passa alla registrazione dello snervante chiacchiericcio del jet-set. Al centro del libro vi è "Bare intagliate a mano", terribile thriller con cui l'autore di "A sangue freddo" torna a farsi reporter per ricostruire una sequenza di raccapriccianti delitti perpetrati con l'aiuto di serpenti drogati con anfetamine. Sempre muovendosi sul labile confine che distingue giornalismo e letteratura, Capote entra in sintonia con i suoi interlocutori, li spinge a disegnarsi in autoritratti involontari vividi ed efficaci, e riesce così a mettere a nudo tutta l'innocenza e la violenza dell'anima americana.