«Una delle grandi "modificazioni" in questo passaggio storico che chiamiamo Postmodernità è semiotico, di senso. Ciò che prima indicavamo con il termine "individuo" era un emittente di singolarità che si proiettava, come fascio di luce, all'interno di un buio contestuale e condiviso. Era quel buio che determinava la quantità di luce. Ed era buio in quanto metafisico, posto in un ignoto irraggiungibile ma de-terminante. Dunque, creatore di Presenza, seppur buia e inconosciuta. La traslazione è avvenuta con la riduzione del buio attraverso l'atomizzazione della nostra Presenza. Non siamo più luce proiettata ma interiorizzata. La proiezione è avvenuta ponendo tra noi e gli altri un velo cognitivo: la maschera. Ora la luce che siamo compone la forma di ciò che esponiamo: la maschera che scegliamo. Siamo lucciole a un ballo in maschera». (Martin Gotje-Barrie, Luci postmoderne, Napoli, 1996)