"Leggendo questo libro di Anna Crespi, ci accorgiamo sin dalla prima pagina che l'autrice ci costringe a «vedere l'invisibile», ossia ciò che nelle cose e nel divenire, nelle menti e nei desideri, nelle anime e nelle scelte del «così va il mondo», non è percepito dai sensi, sì da essere definito e riconosciuto dall'intelletto. Per me che scrivo queste povere annotazioni, la sensazione di avere dinanzi realtà fuggevoli, microscopiche, nuovissime come «epifania» ed esistenza registrabile dalla memoria, è stata tanto forte da suscitare quasi sofferenza. Questo libro ci costringe a rispondere, accusati come siamo da tutto ciò che poteva essere e non è stato, che sussurra continuamente senza che ne avvertiamo il suono, che fugge senza essere afferrato poiché ogni evento di per sé è indefinibile e immemorabile «così com'è stato» dal momento che non esiste più a partire dall'istante in cui si compie." (Quirino Principe)