Darsi un limite è ciò che distingue la civiltà dalla barbarie. La nostra civiltà, che forse deve ancora dimostrare di essere tale durando nel tempo, perseguendo uno sviluppo illimitato in un ambiente naturale finito, ha superato ogni limite. L'impegno per la difesa dell'ambiente e dei beni comuni (aria, acqua, salute, biodiversità, paesaggio), di una casa comune per gli umani e per gli altri esseri viventi, ci riguarda tutti. Le generazioni future hanno il diritto di vivere in un mondo ancora degno della vita. Dobbiamo cambiare i paradigmi con cui pensiamo e le abitudini con cui viviamo. Una nuova educazione ecologica, che nutra la nostra biofilia, e una nuova coscienza planetaria, adeguata all'enormità del pericolo, sono priorità ineludibili.