Per affrontare con successo i problemi occorrono almeno tre cose: sapere che esistono, essere capaci di risolverli, volerli risolvere. Che di problemi il mondo ne abbia a iosa è un fatto noto, ma probabilmente poche sono le persone che si rendono conto di come quello dell'avvelenamento del Pianeta sia in assoluto il più grave. Lo è perché, a differenza delle guerre, delle epidemie, delle crisi economiche e politiche coinvolge tutti senza distinzione di territorio o di censo. "Il pianeta impolverato" descrive in modo diretto il cammino compiuto per arrivare alla situazione attuale dell'ambiente e la fotografa senza ipocrisie. L'autore racconta con un linguaggio piano e uno stile scorrevole come ha fatto l'Homo sapiens a inquinare il Pianeta su cui vive - l'unico che ha a disposizione - quali sono gli aspetti molteplici dell'inquinamento, che cosa ci arriva dalle informazioni correnti e qual è la realtà oggettiva che, volenti o nolenti, dovremo prima o poi affrontare. Tra i moltissimi temi trattati: come fanno le polveri ad innescare le malattie, il trattamento dei rifiuti, come ricaviamo energia, l'Uranio impoverito, quello che c'è e non dovrebbe esserci negli alimenti e nei medicinali, vaccini compresi, come sono sperimentati i farmaci e che cosa scrivono le riviste scientifiche, che cosa ci viene detto e che cosa ci viene taciuto sui controlli ambientali, le nanotecnologie, le scie chimiche, le malattie, le possibilità di diagnosi e di cura. Impietoso com'è, sotto sotto il libro è venato però dell'ottimismo della ragione: se saremo capaci di guardarci intorno e guardare a noi stessi con l'obiettività dello scienziato come è l'autore e saremo altrettanto capaci di rimboccarci le maniche, ce la caveremo.