L'Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) ha avuto il merito di accendere i riflettori, un quarto di secolo fa, sul global warming, come causato primariamente dall'esteso ricorso ai combustibili fossili, e i problemi del cambiamento climatico. Si è andati a passo di lumaca fino all'entrata in vigore del Protocollo di Kyoto (2005). Che cosa è andato storto e che cosa ha invece innescato la reazione a stringere i tempi, ai tre 20% lanciati dalla UE nel marzo 2007 e divenuti, l'anno scorso, il riferimento dell' "Accordo di Parigi"? Quale il ruolo dei nuovi punti di vista scientifici in rapporto alle sedi delle grandi decisioni politiche? Se il "punto di non ritorno" è entro poco più di dieci anni, come prevede l'IPCC, che cosa si può fare per arrestare e invertire la rotta? Ci sono dei dati che ci confortano a combattere la battaglia contro the greatest threat, la piu grave minaccia, come è stato definito lo sconvolgimento climatico in atto? L'uso efficiente dell'energia per ridurre consumi e sprechi, il passaggio dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili, un'innovazione estesa sono gli strumenti che possono realizzare la "rivoluzione energetica"...