La biodiversità di un ecosistema ne determina la capacità di reagire e adattarsi a mutamenti e perturbazioni ambientali, quindi, in ultima analisi, ne determina la sopravvivenza. L'autore, in questo libro, colloca l'attività della caccia, come propria di una comunità inserita nel proprio ambiente e rispettosa dello stesso. Scelte politiche poco lungimiranti, per quei gruppi sociali (come le comunità rurali, tradizionalmente dedite alla caccia intesa come arte del cacciare e non come sport della caccia) che avrebbero un maggiore interesse nella preservazione della biodiversità, sarebbero dannose se non irreparabili. Un aspetto, spesso sottovalutato, connesso alla perdita di biodiversità, è la conseguente riduzione della diversità culturale, ovvero la varietà di valori, di natura sociologica, etica, religiosa ed etnica, derivanti dai diversi usi della biodiversità e riferibili alla cultura materiale delle popolazioni. Visto il ruolo strategico della biodiversità, oggi, l'autore, riferendosi all'area veneziana, ne rivendica l'autonomia e la specificità, rivolgendosi anche se non soprattutto agli amministratori locali perché non rinuncino al governo del proprio territorio.