Parole scorrette, norme carenti e, di conseguenza, pratiche inappropriate: di questo soffrono le cure palliative. Il pensiero dell'autore ci aiuta a superare questi limiti, accompagnandoci oltre l'idea diffusa che la palliazione debba entrare in gioco solo quando "non c'è più nulla da fare", ovvero oltre l'idea che la cura sia solo un atto di "riparazione". La cura, permeata dai valori della palliazione, diviene un progetto sartoriale, capace di confezionare un "abito su misura" per ogni persona e che si fonda su parole e gesti che sanno realmente incontrare l'altro e accompagnalo nel suo percorso esistenziale.