L'opera nasce da un'esigenza clinica: comprendere un fenomeno che sembrava sfuggire a una collocazione nosografica secondo i sistemi di classificazione diagnostica attualmente in uso in psicopatologia. Il volume, infatti, è il frutto di un lavoro di ricerca che origina da una domanda: Che fine ha fatto la follia a due? Tale quesito nasce a seguito dell'eliminazione dal DSM-5 del "Disturbo psicotico condiviso", come veniva più prosaicamente chiamata la follia a due fino al DSM-IV-TR. Il cuore del libro è il caso clinico di Melania, che sembra rimandare a quella figura della psicopatologia contemporanea che va sotto il nome di "Dipendenza affettiva" ma che per certi aspetti rievoca la follia a due di fine Ottocento. Attraverso l'analisi di recenti casi clinici e di cronaca, il presente lavoro è il tentativo di rispondere al quesito se la follia a due si sia estinta o se piuttosto non abbia subito una metamorfosi che la rende non sempre immediatamente riconoscibile nel panorama psicopatologico contemporaneo, sia nelle relazioni genitori-figli che di coppia. Oltre alle Conclusioni, che sintetizzano i risultati di questo lavoro di ricerca e propongono alcune riflessioni sui rapporti tra amore e follia, follia e psicosi e sul suicidio collettivo, con l'intento di stimolare ulteriori ricerche sull'argomento, il volume si chiude con un'Appendice per un approfondimento della delicata, complessa e controversa questione dell'amore nelle relazioni di cura.