Negli ultimi anni il discorso psicopatologico clinico è stato piuttosto trascurato nella formazine culturale dei giovani professionisti. Il "caso" clinico non può venir còlto soltanto come paradigmatico di un dato quadro sintomatologico; in tal modo ci sfuggirebbe la sua insopprimibile qualità di umana presenza, e si darebbe luogo al'identità meramente medica dello psichiatra a tutte spese della sua dimensione antropologica, di human scientist. Ma il lavoro di approfondimento psicopatologico, cioè la ricerca del senso e del significato inerenti al sintomo, non è davvero compito facile. Scegliendo alcuni nodi essenziali dell'accadere psico-patologico, alla luce di esperienze cliniche quasi paradigmatiche, la psicopatologia clinica viene qui rimediata, ridiscussa e riproposta anche in chiave fenomenologica di esperienza interpersonale. Pur descrivendo e analizzando "casi", oggi come ieri si guarda alla presenza psicotica come modalità del singolo nel suo mondo, come minaccia immanente all'essere-uomo, come l'ombra che può calare su ognuno di noi.